IL
RIPARO DEL COLAZ: UN SITO ARCHEOLOGICO A LUNGA FREQUENTAZIONE
Il
deposito archeologico e gli aspetti strutturali
Le
tre campagne di scavo finora effettuate nel Riparo del Colaz (13) hanno permesso
di mettere in luce una complessa stratificazione antropica che, con soluzione di
continuità, va dalla tarda età del Bronzo ai giorni nostri. L’indagine
archeologica è stata condotta nell’area centrale antistante al riparo, la
quale presentava la superficie più ampia e coperta dall’aggetto roccioso;
contemporaneamente sono state esposte e documentate, lungo le pareti esterne del
deposito, le relative sequenze
stratigrafiche. Ciò ha consentito di documentare la successione dei vari eventi
naturali e antropici che hanno contribuito alla formazione del deposito
geo-archeologico del sito.
La loro presentazione sarà effettuata dal basso verso l’alto e quindi secondo la successione cronologica con la quale si è formato il deposito stesso.
Innanzi tutto è stato individuato il substrato sterile costituito dal conoide detritico accumulatosi al di sotto della parete rocciosa in un’età antecedente alla frequentazione del riparo da parte dell’uomo. I primi interventi antropici sul sito si datano alla tarda età del Bronzo e sono relativi alla messa in opera verso valle, con blocchi di pietra rinvenuti in loco, di un muretto a secco di contenimento. Sull’area terrazzata e resa pianeggiante venne impostata una piccola struttura abitativa che sfruttava l’aggetto roccioso come copertura e parete di fondo, mentre gli altri lati furono probabilmente chiusi da pareti in materiale deperibile (legno, frasche, pelli, ecc. ). Allo stato attuale delle ricerche risulta difficile determinare con esattezza le dimensioni dello spazio abitativo che comunque doveva aggirarsi intorno ai 6-8 m di lunghezza e m 3 di ampiezza. Alla parte alta del terrazzo e quindi alla struttura abitativa si doveva accedere attraverso un accesso gradonato documentato da un profondo scasso nel conoide e da conci di pietra di forma regolare, appositamente squadrati, di cui alcuni rinvenuti ancora nella loro posizione originaria.
La sequenza stratigrafica esposta lungo la parete ovest del riparo documenta che la frequentazione si è interrotta alla fine dell’età del Bronzo e che il riparo fu abbandonato, subendo fenomeni di degrado, per essere poi nuovamente utilizzato in una fase avanzata dell’età del Ferro. E’ probabile che i nuovi fruitori del riparo della tarda età del Ferro abbiano in parte utilizzato la precedente sistemazione del terrazzo a fini abitativi, procedendo comunque alla ricostruzione delle strutture sopra terra; tuttavia non è facile definire quali siano stati gli interventi di questa seconda occupazione del sito, in quanto obliterati o cancellati dalle successive frequentazioni di età medievale e moderna.
Strutture riferibili
a varie epoche
Allo stato attuale delle ricerche non siamo ancora in grado di stabilire con certezza se alla seconda fase d’uso del riparo, avvenuta durante la seconda età del Ferro, vadano attribuiti gli elementi residui di una massicciata in pietra e di un secondo muretto di contenimento che correva da est a ovest lungo una linea di pendenza più esterna rispetto a quella del muretto di contenimento della tarda età del Bronzo. Se la nostra proposta di interpretazione delle strutture latenti è corretta, dobbiamo ritenere che l’unità abitativa della seconda età del Ferro doveva presentare una superficie calpestabile maggiore di quella della tarda età del Bronzo.
Scarse
testimonianze archeologiche documentano che il riparo fu frequentato, forse
occasionalmente, pure in età medioevale e moderna e, successivamente, in modo
più continuativo tra fine Ottocento e inizi Novecento dai carbonai che
avrebbero utilizzato la base del riparo come “piazzola” per la
trasformazione della legna in carbone. Sono testimonianza di tale utilizzo le
grandi quantità di carbone e cenere presenti sugli strati superficiali del
deposito, conservatisi grazie alla
marcata aridità del sito e la cui datazione radiometrica col 14C
ne conferma la data storica (14).
Italo Bettinardi