Serenissimo Principe
Massimi, et Eccellentissimi Signori Capi
dell’Eccelso Consiglio di Dieci
Parte Seconda
ENTRANDO IN MINIERA
Proseguirono li Pieroboni, il Molin, Navasa, Buratini, Semitecolo, Varotti et altri compartecipi quasi tutto il Secolo decimosesto le minerali estrazioni, interrotte, e sospese nel 1590 da una spaventevole irruzione di acque, della quale se ne conserva ancora in quelle parti la tradizione funesta. Devastò tutto l’aspetto esteriore, ed interno della Valle Imperina, asportò le Fucine, e le fabbriche, s’introdusse ne’ Pozzi, e vie sotterranee, e fece precipitare quelle ricche Cave minerali, delle quali sin ora non se n’è scoperto alcun vestiggio.
L’improviso infortunio, li gravi dispendi, che esigeva il ricupero delle perdute minere, e il rifacimento delle fabbriche fodinali, la popolazione di quelle parti infinitamente minore in allora di quello sia a giorni nostri, l’uso di travagliare le rispettive minere con soli venti, o trenta Canoppi, la poca cognizione delle macchine idrauliche disanimorono ciascheduno dalla difficile impresa; le liti, e le discordie che anche prima si erano sussitate fra que’mineranti per confini, per proprietà, per partizioni de’ minerali impedirono che tutti si uniscero a solievo de’ mali comuni. Da quel tempo sino all’anno 1615 poche, e di nessuna conseguenza furono in quella Valle le minerali operazioni. È solo noto che un certo Pietro Angeli ha tentato nella situazione detta di S. Giovanni Battista alcuni lavori, che o fossero mal diretti, o non potesse resistere al necessario dispendio fu costretto di cedere, e abbandonare al Sig. Filippo Crotta. Investito il Crotta nell’anno 1615 dal Generale Vicario delle minere, come averranno V.V. E.E. raccolto dalla prima parte della presente divotissima relazione, dovette anch’esso per qualche spazio di tempo sofferire delle spese eccedenti, che misero in forse il proseguimento degli intrapresi lavori; ma avendo fortunatamente incontrato in ricco minerale di rame si risarsì ben presto, e con la nota abbondanza delle spese sofferte. La fama delle dovizie acquistate dalla Casa Eccellentissima Crotta chiamò altri mineranti nella Valle Imperina, e svegliò anche l’avvedutezza dal Baron Castagna, sopra i cui suggerimenti l’Eccelso Consiglio dei Dieci aveva instituito nel 1666 questo Eccellentissimo Magistrato ad esibire alli benemeriti Precessori di V.V. E.E. l’errezione di una minera in Agort per conto pubblico con l’oggetto di riscatare le antiche somerse minere, e precisamente quelle di argento. Con li lumi ritratti dalla virtu del N.H.E. Alvise Sagredo Cavalier Deputato inviato espressamente sul luoco, e con la scorta del Decreto 30 Luglio 1669 questo Eccellentissimo Magistrato intraprende nella Valle Imperina le pubbliche escavazioni internandosi nel fine del Stolo S. Giovanni Battista di ragione de N.N. H.H. Crotta sei passa discosto dalla Cecca di detto nome, dove con un giro di passi dieci principia la pubblica Cecca Santissimo Nome di Dio.
Io mi arresto a quest’epoca. Li progressi de’ pubblici Lavori, e le loro vicende sono già noti abbastanza con le Terminazioni di questo Eccellentissimo Magistrato che ne precettorono gli andamenti, e con le relazioni de’ ministri di quando in quando spediti alla visita delle pubbliche operazioni.
LA MINIERA ROSSA DI SAN NICOLA
Apparisce dalla umiliata descrizione che la Valle Imperina sia stata capace in piu tempi di ben molte minere, pure Eccellentissimi Signori le minere antiche, quelle de’ Pieroboni, Varotti, ed altri, le posteriori dei Crotta, Fulcis, Brandolini, Gritti, Pizzini, la pubblica stessa non sono altro che una sola minera. L’imenso cumulo minerale colocato fra li due monti Lesta, o sia montagna bianca, e di Riva soministrò largamente minerali materie a tutte le escavazioni antiche, e moderne. Chiunque ha osato di perforare in Valle Imperina per alcuni passi la superfizie della terra ha sempre incontrato ora piu ora meno profondamente nel cumulo minerale secondo il declive della Valle, o la naturale inclinazione del cumulo. Nulla ostante però a tante escavazioni praticate da Secoli se si potesse vedere allo scoperto quel masso enorme di minerali materie sembrerebbe forse ancora illeso e non tocco. Perche V.V. E.E. possino formarsi una breve idea di questo cumulo degnino d’imaginarsi un vacuo irregolare fra due alti monti ranchiuso lungo, e profondo più miglia tutto riempito poi di minerali materie meschiate di parti terrestri, sulfuree, e metaliche, ora ricche di metallo, e di Solfo, ora di solo Solfo con poco metallo, coperte queste da una superfizie di nuda pietra inegualmente profonda; Aggiungasi che a questo detto cumulo sono ignoti ancora da tutte le parti i confini, che ad esso l’escavazioni passate non insultorono poco piu che la sola corteccia; Che li soli N.N. H.H. Crotta ardirono di profondare l'escavazioni indubitatamente piu di tutti gli antichi, e anche queste per soli passi 75 nel breve circuito di passi cento circa, e si approssimeranno V.V. E.E. con l’imaginazione quanto è possibile al vero.
Se la cognizione del cumulo d’Agort conduce a ravvisare con sentimento di compiacenza la immensità delle minerali materie ancora rinserrate nella Valle Imperina, quella delle cose passate fa riconoscere con quanta imperizia siano stati progettati, e progrediti in essa Valle li pubblici Lavori. Questi dovevano aver in mira principalmente due oggetti; cioè l’istituzione di una minera, e la ricerca delle perdute vene argentose. L’ingresso fatto nel cumulo per lo Stolo di S.Giovanni Battista, l’escavazione della pubblica Cecca Santissimo Nome di Dio attaccata a quella di S.Giovanni Battista de’ N.N. H.H. Crotta, nessuna previsione alle cose avvenire, nessun provedimento o riparo, dimostrano che il Baron Castagna non ha conosciuti l’estenzione del minerale d’Agort e non ha mai pensato ad altri profitti, che a quelli della giornata; e tuttocchè l’Eccelso Consiglio con sue provvide leggi abbia tutta risservata la Valle Imperina per conto pubblico, nulladimeno le pubbliche escavazioni rimasero sempre liggie, e precarie a quelle dei Crotta come pur troppo gli esempi del 1738, e le correnti disavventure ce ne rendono una indubitabile testimonianza.
CARRETTIERI ALL'USCITA DELLA MINIERA
E non furono nemeno lodevolmente diretti quei primi passi alla scoperta delle antiche vene argentose. Nessun ragionevole raziocinio può aver condotto l’accortezza del Baron Castagna nel bujo de’ sotterranei dei Crotta, la vicina origine de’ quali doveva esser nota in allora anche piu che in presente, se non che forse come ho detto di sopra il solo meschino oggetto delle utilità del presente, o la facilità di escavare minerali materie già ritrovate dai Crotta.
Tutti gli antichi documenti fanno dessumere, che esse argentose minere furono superiori di molto alla situazione dove si confidava incontrarle; Lo dimostrano piu chiaramente alcuni Stoli scoperti al giorno per li quali scorrer dovevano le acque delli superiori lavori, la certezza che le fabbriche fodinali erano situate a vicenda tanto nella Valle Imperina, come nella opposta Valle di Tiser, che è una continuazione della stessa Valle Imperina, e maggiormente la natura del minerale, che si escava sempre spoglio di parti argentose. Se si avessero esaminati piu accuratamente gl’indizj che tutt’ora appariscono, e le antiche notizie non sarebbe trascorso un secolo, e piu senza averle incontrate. L’ossequioso tributo che a V.V. E.E. offerisco de’ miei pensamenti sopra le operazioni trascorse appoggiato a cose di fatto, ed a notizie con somma fatica raccolte se giunge a persuadere degli abbagli corsi nella direzione di que’ cavamenti potrà conseguentemente far ravvisare la somma necessità di un sopraluoco, affinchè siano una volta ridotte a coltura con viste piu estese le minere d’Agort su l’esempio delle nazioni maestre, e con la mira di perpetuarne, ed accrescerne le utilità. Con questa rassegnatissima confidanza oserò di sottoponere alle Sapienti meditazioni di quello fra V.V.E.E. che verrà destinato alla incomoda visita quattro soli esenzialissimi esami, sicuro che le altre non meno necessarie adiacenze saranno dalla sua penetrazione riconosciute, e ridotte egualmente a pubblica utilità.
Primo. Se la formazione di un Pozzo capitale, del quale sono mancanti le minere di Agort possa far riconoscere la profondità di quel cumulo, investigarne le piu ricche materie minerali, ridure meno costosa la traduzione delle stesse al giorno, e presidiare li pubblici lavori dalle troppo facili inondazioni.
Secondo. Se l’importante ricerca delle vene argentose si possa ottenere con altri principj, per una strada piu corta, piu facile, e piu sicura, e forse col mezzo del suddetto Pozzo Capitale.
Terzo. Se dallo scioglimento della insolidazione de’ Canoppi, e de’ Saiberi dalla umiltà mia progettato con scrittura de’ dì 12 Gennaio 1773 la mineral disciplina possa essere ridotta capace di quelle correzioni, ed economie umilmente esposte in essa scrittura, e che verranno riconosciute sul luoco del pubblico immediato interesse.
Quarto. Se dipendendo la continuazione de’ minerali lavori dalla susistenza de’ Stoli, che portano al giorno le acque sotterranee, e particolarmente da quello di S.Francesco di ragione de’ N.N. H.H. Crotta giovi alla pubblica auttorità ne’ modi piu cauti assumerne il peso del loro importantissimo mantenimento, o precettarlo con tutto il vigore a rispettivi mineranti.
L’apparato di queste proposizioni potrebbe forse atterire il desiderio di vederle eseguite per li dispendi che sembrano, e sono anzi indispensabili a tutte; pure Eccellentissimi Signori siccome tutte solo col tempo, e gradatamente sono eseguibili, così potrei assicurare V.V. E.E. che non saranno esse in nessun modo estraordinariamente sensibili alla pubblica economia, e tanto meno quanto siano per rissultare proficue le operazioni di fondita eseguite col metodo dal fervoroso mio impegno umilmente proposto, e che forma il breve argomento della terza parte di questa divotissima relazione.
ARRICCHIMENTO DEL MINERALE
Serenissimo Principe
Massimi, et Eccellentissimi Signori Capi dell’Eccelso Consiglio di Dieci