Aggiornamento archeologico

                               sul Canale di Agordo

                                            a cura di Gabriele Fogliata

 

 

 

 

 

 

Questo scritto non può certamente essere il consuntivo di un argomento che è ancora in piena evoluzione: ecco perché parliamo solo di aggiornamento delle informazioni  riguardanti il Canale di Agordo, cioè quel tratto della valle del Cordevole compreso tra il Peron e Agordo.

Il tassello, da aggiungere al quadro già riportato in prima pagina, consiste nel ritrovamento in superficie fatto nel 1998 dal geologo Lucio D’Alberto di Feltre e di cui siamo stati informati durante la seconda campagna di scavo al riparo Colaz, nel luglio 2004; si tratta  di un grosso frammento ceramico, gentilmente consegnatoci e custodito nel museo di Agordo, dotato di cordone semplice e di spessore consistente che rientra nel contesto descritto nel primo articolo e, cioè, riferibile al Bronzo Finale - Primo Ferro.

Il luogo della raccolta del reperto è posto in una località ancora più impossibile di quanto finora immaginato: un riparo posto lungo un sentiero denominato Zengion, a circa 1050 m s.l.m.,  raggiungibile anche dalla val di Salet, vicino a San Gottardo di Vedana. Il luogo è stato visitato dal Gruppo e, di nuovo in superficie, sono stati individuati altri due frammenti ceramici, protetti dall’aggetto di un riparo sotto roccia abbastanza grande.

Le indagini, svolte negli ultimi anni, stanno permettendo un accumulo veramente importante di dati archeologici; con questi elementi sarebbe possibile iniziare a descrivere vari scenari di vita e di popolamento, ma è più prudente, per ora, coordinare le varie informazioni al livello minimo di lettura, e cioè, considerare i Monti del Sole quale terra colonizzata prevalentemente da pastori (o forse da boscaioli o, soprattutto, da cacciatori ?) appartenenti a un solo gruppo umano probabilmente stanziato in piano (nei pressi di San Gottardo o di Sedico?). Un’alternativa, sarebbe  attribuire la pertinenza delle singole vallette, confluenti nella valle del Cordevole, a gruppi umani distinti e non a uno soltanto: ciò richiederebbe una organizzazione sociale più articolata e complessa, ma  non certo impossibile.

In entrambi i casi, la presenza esclusiva di cocci (e questo sia nel riparo Colaz che nel riparo Agre) non  permette di ipotizzare altre funzioni svolte dai ripari sottoroccia, se non quella di ricovero estivo, anche se la mancanza di reperti differenti dalle ceramiche pone un quesito: perché mancano  i segni di vita ordinaria, quali resti di pasto, macine da cereali o utensili vari ?.

Per il contesto, non è certo trascurabile nemmeno il quadro della viabilità antica: il ritrovare ceramiche al Pont del Cristo e la grande fibula in Agordo presuppone una percorribilità sud-nord tutta da individuare: alta, a Roit o a Le Mandre ? o bassa, a Castel Agordin ?, o entrambe ?       

             

 

 

 

 

 

 

 

 

HOME      NOTIZIARI