NOVEMBRE 2008 N° 20
SCAVO ARCHEOLOGICO LUGLIO 2008
RIPARO AGRE
Correva l’anno … 2004.
In quel periodo, il Gruppo ARCA si è dedicato in modo particolare all’esplorazione di valli e vallette laterali del Canale di Agordo. In seguito a queste verifiche sono stati individuati alcuni ripari riportanti indizi di vita antica; il sottoroccia da noi denominato Riparo Agre, da subito, è parso il più interessante per la sua vastità, per la posizione rivolta al sole, per i pascoli sottostanti, in generale per il favorevole contesto; è stato denominato Agre per la vicinanza all’antico ospizio e alla fattoria di Agre, posti entrambi in territorio del Parco Dolomiti Bellunesi, nel Comune di Sedico.
Fino a quel momento sembrava che, procedendo dalla Val Belluna verso Agordo, segnali di vita preromana non andassero al di là del Riparo Colaz, sito che permetteva già di stravolgere le conoscenze storiche, o meglio, pre-protostoriche nella zona della Val del Mus !
Invece, sia i primi che i recenti reperti del Riparo Agre, insieme al nuovo rinvenimento fortuito delle ceramiche del Pont del Cristo (Notiz. ARCA n° 17) e alla grande fibula venetica, ritrovata nel 2007 in località Campo dei Fiori ad Agordo (articolo a pag. 9), consentono ora, anche se con cautela, di caratterizzare con un contesto omogeneo del Bronzo Finale - Primo Ferro (1300–500 a.C.) la vita antica di tutto il Canale, dalla località Peron fino ad Agordo.
Questi gli avvenimenti: dopo la chiusura nel 2006 delle ricerche al Riparo Colaz e lo scavo di reperti del Mesolitico Recente dell’estate 2007 al Pian de la Lora, in Val Civetta (vedi in questo Notiziario a pag. 4), il Gruppo si è attivato per chiedere contributi finanziari, allo scopo di verificare la consistenza delle tracce antiche ritrovate nel 2004: l’ente a cui ci si è rivolti è stata la Regione Veneto.
Il giorno dell’inizio dei lavori la graduatoria regionale non era ancora stata pubblicata, pertanto si è deciso di procedere ugualmente all’indagine, restringendo al massimo le spese, autofinanziando lo scavo con le magre risorse di ARCA e diminuendo nel contempo le giornate di attività: questo per non perdere l’occasione di utilizzare preziose annate di volontariato: per questa volta si è potuto fare …; lo scavo si è svolto nelle giornate del 7, 8, 9, 11, 14, 15 e 17 luglio 2008.
Alla data del 14 ottobre la Regione ha pubblicato la graduatoria definitiva: ARCA ha avuto anche per quest’anno il finanziamento richiesto.
Il direttore scientifico dell’impresa è stata la dott.ssa Bianchin Citton, funzionaria della Soprintendenza per il Bellunese e addetta all’archeologia relativa al periodo preistorico indicato. Abbiamo poi cointeressato, per il ruolo di direttore di scavo, il dott. Luca Rinaldi dello Studio Geoarcheologi Associati di Padova, conosciuto da noi al sito del Col del Buson, in Valle dell’Ardo a Belluno; i disegni delle sezioni più significative sono stati eseguiti dalla dott.ssa Magda Agostini; il rilievo topografico del riparo è stato affidato alla ZETA ESSE s.c. di Santa Giustina.
La scelta del giovane archeologo si è rivelata felice, considerando il buon clima umano instauratosi durante l’attività, e la competenza scientifica espressa nella direzione lavori.
Lo scavo: per l’indagine, inizialmente è stata quadrettata una piccola area comprendente i primi indizi del 2004; poi, data l’efficienza sia della direzione che degli scavatori, si è operato su un totale di ben 35 metri quadrati circa: il tutto realizzato in sole sette giornate di attività.
I primi quattro giorni sono trascorsi nella ricerca di reperti, setacciando i metri cubi di terra asportata, e con risultati poco consistenti: qualche coccetto di ceramica medievale, e un esteso focolare, segno dell’uso del riparo anche in quell’epoca; poi, poca ceramica dell’età del Bronzo finale e dell’età del Ferro; solo nelle ultime due giornate, in una zona ristretta a poco più di due metri quadrati, si è ritrovata la maggior parte di quanto viene poi sotto descritto; tutto era raccolto in una specie di grande buca a pianta quasi quadrata, profonda fino a settanta centimetri e posta al limite esterno dell’aggetto, nella parte centrale del riparo.
Per non asportare in modo frettoloso dati che potranno rivelarsi importanti nella comprensione dell’utilizzo del riparo in epoca antica, il settimo giorno si è convenuto di non procedere allo scavo di quanto restava ancora in situ: ciò comporterà la ripresa e l’ultimazione dello scavo nell’estate 2009.
I reperti ritrovati consistono quasi esclusivamente in frammenti di ceramica, come al Riparo Colaz !, e riferibili ad una decina di recipienti di dimensioni non piccole: alcuni appartengono a dolii, cioè contenitori di spessori notevoli, probabilmente utilizzati per mantenere derrate alimentari. Gli altri derivano da ciotole e olle dagli spessori variabili. Gli unici reperti difformi dai cocci consistono in un puntale di ferro adatto a proteggere l’estremo non offensivo e terminale di una lancia o di un bastone, e in un ciottolo di fiume, presumibilmente un piccolo macinello; sono stati ritrovati solo alcuni frammenti di ossi animali.
Il riparo Agre alla fine della campagna 2008
Ora, le ceramiche sono state ripulite dal terriccio, e attendono una siglatura; non sarà certo trascurato un confronto con i cocci del Riparo Colaz; inoltre, si cercheranno frammenti collimanti tra loro per l’individuazione della forma e dimensione dei vasi.
Per la determinazione più precisa del periodo di vita del riparo siamo in attesa di una successiva analisi tipologica che sarà eseguita dalla dott.ssa Bianchin; seguiranno le fasi di disegno tecnico dei pezzi più significativi e la relativa catalogazione nell’Inventario Generale.
La dott. ssa Bianchin ha ispezionato i lavori il giorno 15 luglio, potendo dare così una prima lettura scientifica dei reperti. Abbiamo avuto, tra l’altro, la visita del presidente Gabriele Bernardi col nipotino Giacomo.
Ringraziamo, per l’indispensabile apporto operativo, Nadia Barp, Michele Bernard, Nadia Bulf, Manuel Conedera, Mara Dalla Vecchia, Eleonora Dai Pra, Michel De Salvador, Gabriele Fogliata, Enzo Galeone, Carlo Mondini, Manlio Monestier, Mirella Munaro, Maurizio Olivotto, Dino Preloran, Mafalda Rossi, Maria Rosa Salmazo, Sonia Scattolin, Vito Tormen, Victor Varni e Alessandro Zanvettor, appartenenti o ad ARCA o agli AMICI DEL MUSEO DI BELLUNO, e inoltre il giornalista Gianni Santomaso, per la visita al sito e per l’articolo relativo apparso sul Corriere delle Alpi. ■
Il Gruppo ARCA
Due notevoli esemplari di ceramiche del ‘Riparo Agre’.
Il quadrato numerato accanto ai cocci misura un centimetro di lato.
L’equipe che ha operato nel luglio 2008 nella
campagna di scavo al ‘Riparo Agre’ quasi al completo.