AGORDO. Tra minerali e reperti archeologici il Gamp mette in mostra la vita “vagabonda” di Carlo Colli. Si aprirà il 4 luglio alle 17 al Museo Geo-mineralogico e paleontologico di via 5 maggio ad Agordo la rassegna voluta dal Gruppo agordino mineralogico e paleontologico, presieduto da Eugenio Forcellini, in collaborazione con l'Arca (Associazione archeologica agordina). «La mostra», spiega il vicepresidente del Gamp, Maurizio Alfieri, «ripercorre la vita di un “giovane” lombardo di 85 anni che qualche anno or sono decise di donare la sua importante collezione mineralogica, composta da centinaia di campioni provenienti da tutte le zone della terra, al nostro sodalizio e quindi alla comunità agordina. Vista poi l’attenzione e l’importanza che abbiamo dato alla raccolta (proponendo una mostra permanente nell’atrio della sede dell’Istituto minerario di Tamonich), Carlo Colli ha deciso di donare anche la sua notevole collezione archeologica, composta da pezzi provenienti per la maggior parte dal nord Africa».
A fronte di questa seconda importante donazione, il Gamp, tramite il curatore del museo e consigliere Dino Preloran, ha chiesto aiuto al gruppo Arca che non si è tirato indietro. Il sodalizio, presieduto da Gabriele Bernardi, ha preparato i campioni e i relativi pannelli espositivi. A questo scopo e per la catalogazione dei reperti (oltre che per la regolare dichiarazione effettuata alla Sovrintendenza), si è avvalso del contributo di uno dei maggiori specialisti di ricerca archeologica del bellunese, vale a dire Carlo Mondini.
«Il risultato», dice Alfieri, «è una mostra per metà composta di minerali e per l’altra metà di reperti archeologici, tutti significativi e di ottima qualità ed importanza, che riassumono in buona sostanza la vita vagabonda di Carlo Colli e i vari luoghi del mondo nel quale si è recato». Per i mesi di luglio e agosto la mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Da settembre a maggio potrà essere visitata su prenotazione da effettuare all'istituto Follador. «Credo», conclude Alfieri, «che sia un altro
buon risultato frutto della collaborazione di più associazioni per la valorizzazione del patrimonio culturale della nostra comunità. Sempre di più bisognerà unire le forze per la ricerca di un unico obbiettivo: lo sviluppo sociale, turistico e culturale della nostra terra». (g.san.) Corriere delle Alpi del 25 giugno