LA MINIERA D’ARGENTO DEL COL MARTINEL

LE MINIERE SCOMPARSE

— PARTE TERZA — 

    Continua la nostra ricerca delle miniere scomparse: nella primavera del 2001, grazie alla gentile collaborazione del signor Carlo Costantini di Toccol, siamo riusciti ad ubicare la vecchia galleria di ricerca della mineralizzazione di galena argentifera del col Martinel, colle situato a ovest di Campon.

    Le uniche notizie storiche riguardanti tale esplorazione si trovano ne “I tesori sotterranei dell’Italia“, scritto da Guglielmo Jervis nel 1873; secondo l’autore, gli scavi avvennero attorno al 1858 a cura della Società Montanistica, senza però grandi risultati. Ricordiamo che siamo ormai alla fine dell’Impero Asburgico.

    Non risulta chiaro se la vena fosse realmente poco sfruttabile oppure se, essendo quello il periodo delle guerre conclusive con l’Austria prima dell’Unità d’Italia, gli Austriaci abbiano volutamente abbandonato e nascosto la reale consistenza dei risultati della ricerca.

Si nota infatti una contraddizione tra il sapere oggi di una esplorazione che secondo il Jervis ha fornito scarsi risultati, e la descrizione, conservata nei racconti da noi sentiti, riguardanti le dimensioni ragguardevoli della stessa (che rappresentano un segnale di vena economicamente sfruttabile). La valutazione che si può trarre sulla consistenza della mineralizzazione è naturalmente discutibile, perché le dimensioni sono state tramandate in forma orale da padre, a figlio, a nipote: è molto probabile che i ricordi abbiano subito deformazioni e modifiche.

    Per inciso, ci è stato riportato che negli anni ’60, tentando di individuare l’imboccatura della galleria, alcuni ragazzi abbiano ritrovato campioni di minerale di galena argentifera di consistenti dimensioni ( parte del minerale è stato affidato all’Istituto Minerario di Agordo ); ciò apporta solo un piccolo indizio a favore di una ricerca non del tutto infruttifera; naturalmente solo la riapertura della galleria potrebbe dare una risposta esauriente.

 

DESCRIZIONE DELLA GALLERIA

 

    Dai racconti riferiti, siamo informati della presenza di una galleria orizzontale, con andamento SW-NE, di lunghezza tra i 40 metri e i 70 metri, che terminava con un fornello verticale di notevole profondità (sembra superiore ai 20 metri) : non è noto se dal fondo si dipartissero altri tunnel di ricerca o se semplicemente il fornello fosse profondo quanto bastava per attraversare l’intera mineralizzazione.

 

   Schizzo della miniera del Col Martinel

 

    Sempre secondo i racconti, sino ai primi anni del 1900

 erano ancora visibili un tratto di binario che penetrava

 nella galleria orizzontale ed un vagone: venivano utilizzati

 dai montanari del luogo per trasportare fino al fornello,

 usato come discarica, il materiale della pulizia dei pascoli attorno alla miniera.

    Per inciso, ci è stato raccontato che negli anni ’60, tentando di individuare l’imboccatura della galleria, alcuni ragazzi abbiano ritrovato campioni di minerale di galena argentifera di consistenti dimensioni (parte del minerale è stato affidato all’Istituto Minerario di Agordo); ciò apporta solo un piccolo indizio a favore di una ricerca non del tutto infruttifera; naturalmente solo la riapertura della galleria potrebbe dare una risposta esauriente.

 

DESCRIZIONE DELLA GALLERIA

 

    Dai racconti riferiti, siamo informati della presenza di una galleria orizzontale, con andamento SW-NE, di lunghezza tra i 40 metri e i 70 metri, che terminava con un ‘fornello’ verticale di notevole profondità (sembra superiore ai 20 metri, vedi schizzo): non è noto se dal fondo si dipartissero altri tunnel di ricerca o se semplicemente il fornello fosse profondo quanto bastava per attraversare l’intera mineralizzazione.

    Sempre secondo i racconti, sino ai primi anni del 1900 erano ancora visibili un tratto di binario che penetrava nella galleria orizzontale ed un vagone: venivano utilizzati dai montanari del luogo per trasportare fino al fornello, usato come discarica, il materiale della pulizia dei pascoli attorno alla miniera.

    Questa ricerca ha in sé un'altra anomalia per ora inspiegabile e che ha favorito la nascita dei dubbi sopraesposti: il Jervis menziona la miniera del Col Martinel assieme alle miniere più importanti dell’Agordino, nonostante affermi che non si sia trovato granché: questo rappresenta l’unico risultato negativo, riportato in un libro che descrive per lo più miniere e ricerche rilevanti; essa non è mai menzionata nei vari e diversi scritti successivi di altri autori, dove vengono invece ricordati lavori minerari anche di poca consistenza situati nell’Agordino: per questi ultimi la miniera del Col Martinel sembra non essere mai esistita.

    Con questo scritto si vorrebbe riportare alla luce un tassello recente della lunga storia mineraria Agordina: sul ricordo di queste notizie, sarebbe auspicabile una iniziativa per riaprire ed esplorare la galleria; si potrebbe con ciò capire se la situazione fosse quella povera di minerale descritta dal Jervis oppure se l’imminente guerra avesse consigliato agli Austriaci l’archiviazione dei risultati in modo che i dati non fossero comunicati agli Italiani.

    La realtà è, in ogni caso, semplice: la miniera è stata dimenticata ……...anche dai vincitori.

Dino Preloran

 

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