Una mostra,molti ricordi.
UNA DELLE LAMPADE DA MINIERA DELLA COLLEZIONE DI G.CROCE ESPOSTA ALLA MOSTRA
L'estate agordina del 2000 è stata caratterizzata da numerose manifestazioni tra le quali ha brillato la mostra " Alla Luce dei Ricordi - storia dell'illuminazione in miniera dalle origini ad oggi". L'iniziativa, assunta dal Gamp (Gruppo Agordino Mineralogico Paleontologico), ha preso spunto da una collezione privata di lampade da miniera raccolte per un lungo tempo e appassionatamente dal signor Giuseppe Croce; il Gruppo Archeologico Agordino ARCA ne ha curato soprattutto l'aspetto storico e parte di quello espositivo; la disponibilità finanziaria fornita dalla Comunità Montana Agordina è stata determinante nella realizzazione di tale progetto.
Circa duemilacinquecento persone hanno visitato la sala della CMA nei quindici giorni di apertura ( 7-21 agosto ) per ammirare non solo le splendide lampade della collezione Croce, ma anche quelle messe a disposizione da appassionati locali, quelle romane del museo civico di Belluno, e inoltre e solo ad esempio, gli interessanti strumenti legati all'attività mineraria, dal vecchio trapano a colonna e dai picconi, forgiati dal fabbro Francesco Costa della frazione Marcuz per la miniera di Vallalta, alla tavoletta Monticolo messa a disposizione dal signor Lodovico Salton, dalle lampade ad aria compressa ritrovate dall'ing. Sabbedotti ai reperti metallici recuperati dall'ARCA lungo il torrente Imperina; faceva bella figura la divisa festiva del 'canop' prestata dalla signora Cirronis Zasso.
Il percorso comprendeva una prima parte riguardante la storia dell'illuminazione in miniera del periodo antico, testimoniata dalla ricostruzione di torce e dalle lucerne romane, corredate da citazioni di scrittori dell'epoca; continuava poi con la descrizione dell'attività mineraria attuata nel corso dei secoli nei tre siti minerari più importanti dell'Agordino: Fursil di Colle Santa Lucia, Vallalta di Gosaldo, e Val Imperina di Rivamonte; proseguiva con il 'cuore' della mostra costituito da più di 100 lampade storiche proposte dal collezionista Croce, descritte e ben spiegate nelle loro più varie tipologie; per chiudere, era esposta una serie di documenti di diversa natura: dai libretti di lavoro dei minatori di inizio secolo a poesie, da francobolli di vari paesi a cartoline: il tutto sul tema dell'illuminazione nell'attività mineraria.
L'iniziativa ha avuto molto successo e di sicuro è andata al di là di ogni nostra aspettativa: oltre ai turisti e ai residenti, tra i visitatori si sono avvicinati numerosi periti minerari e parenti di ex minatori che sono stati coinvolti al punto tale da tornare a rivisitare la mostra più di una volta; il libro della raccolta-firme ha registrato parecchi apprezzamenti per la originalità della proposta espositiva e per la cura del tema trattato: molti, di conseguenza, avrebbero visto utile un prolungamento della durata dell'esposizione. Varie persone hanno espresso il desiderio di vedere questa mostra, o una analoga, allestita permanentemente nel sito minerario di Val Imperina: abbiamo con ciò toccato con mano l'esigenza di poter vedere in zona la raccolta di 'pezzi' significativi riguardanti l'attività mineraria locale, magari corredata da una consistente documentazione; in una tale raccolta potrebbe riflettersi, e a quanto pare se ne sente il bisogno, una parte importante della nostra storia antica e recente. Altre richieste sono andate nella direzione di poter accedere a pubblicazioni di carattere storico e documentario, oltre che di poter avere un volume descrivente storia e tecnologia delle lampade esposte.
Il percorso era arricchito dalle belle statue dello scultore Tita Zasso e dalla commovente poesia scritta da ‘Titano’; era inoltre esposta, e a disposizione del pubblico, l'incisione che l'artista Giuliano De Rocco ha voluto creare, dietro richiesta dell'ARCA, sulla tematica della mostra.
Cogliamo l'occasione per ringraziare tutte quelle persone che, anche se qui non citate, nel silenzio, hanno contribuito alla riuscita di un evento che imprevedibilmente ha suscitato più di una emozione.
Il gruppo ARCA