El Capital  

El capital, cosi confidenzialmente ed amichevolmente veniva chiamato dai minatori di Valle Imperina il pozzo Capitale: vero cordone ombelicale dove transitavano il cibo, l'aria, i minatori stessi e da dove veniva asportato il minerale. Fino alla fine del 1800 costituiva il pozzo principale: è un esempio di perfetta architettura mineraria, funzionale, pratico e nel suo piccolo, bello; costruito con grande maestria interamente in conci di pietra, oltre alle scalette per il transito dei minatori e all'argano per la risalita del minerale ospitava una condotta in legno che trasportava l'acqua alla ruota idraulica che a sua volta faceva funzionare le famose pompe del calaltino Abate Toffoli; con esse venivano liberati dall'acqua i livelli più bassi permettendo l'estrazione del minerale dalle gallerie situate al di sotto della san Francesco.

Nel 2004 due giovani soci del Gruppo Archeologico Agordino, Manuel e Michel, portavano alla nostra attenzione un imbocco che dalla riva dell’Imperina s’inoltrava sotto l'edificio del pozzo Capitale (vedi foto); venne deciso di effettuare una piccola esplorazione per capirne la funzione e per documentarne l'esistenza.

Fu subito evidente che non era una galleria utilizzata per l'estrazione del minerale bensì per l’eduzione delle acque; di pregevole fattura, con sezione ellittica, era completamente rivestita di sassi a secco; si presentava con una canala aperta, in legno, posta lungo il fondo: come poi risultò essere, si pensò allo scolo dell'acqua utilizzata per la grande ruota idraulica che faceva funzionare gli argani del pozzo; si prosegui quindi l'esplorazione arrivando a circa venti metri dall’entrata, dove lo ’stollo’ era sbarrato da un cassone di legno e da uno spezzone di tubazione in legno; quest’ultima, per la sua fattura, fece pensare alla parte di una pompa, per l'esattezza ad un cilindro; si valutò quindi che il suo recupero poteva avere una certa importanza quale documento legato alla storia della miniera; il reperto è stato successivamente asportato, con il gradito aiuto del Corpo Forestale dello Stato e tra breve verrà restaurato dall’ARCA, in collaborazione con la Comunità Montana Agordina.

Poco tempo dopo la ricognizione, nella sala Don Tamis, durante un incontro organizzato dall’ UNESCO di Riva-

monte, fu presentata la documentazione del lodevole lavoro di esplorazione del Gruppo Speleologico Feltrino e per l'occasione ci fu chiesto di informare il pubblico presente della galleria appena visitata; successivamente, su nostra proposta, il Gruppo di Feltre completò l'opera esplorando in modo più approfondito la galleria e confermando in parte la prima intuizione: essa infatti comunicava con il pozzo Capitale e con altre due gallerie: una simile che usciva a monte del pozzo, anch’essa sul torrente Imperina, e l'altra, che puntava verso sud, dove si trovava la ruota idraulica che faceva funzionare l'argano del pozzo; l’ispezione portò a verificare inoltre l’esistenza della tubazione, di fattura identica allo spezzone da noi recuperato, fissata lungo la parete del pozzo Capitale e che scendeva fino quasi al fondo per poi deviare in una piccola galleria e quindi giungere, dopo trenta metri circa, alla sala delle famose pompe Toffoli.

Il bel filmato e il servizio fotografico del Gruppo Speleologico Feltrino, di prossima pubblicazione, mette in luce una parte importante della miniera. Il discreto stato di conservazione del complesso apre la possibilità di un suo parziale recupero: potrà quindi essere proposto alla futura attenzione dei visitatori mediante un percorso didattico lungo il quale verrà mostrata gran parte dei ‘servizi’ necessari all’attività estrattiva: nel passato il pozzo Capitale fu il cuore pulsante della miniera e ispirò ad un minatore anche una poesia intitolata proprio El Capital.

Dino Preloran

 

Parte di condotta recuperata, ricavata da legno di larice e costituita da due mezzi tronchi svuotati e poi assemblati con cerchiature di ferro

 

Schizzo, non in scala, della connessione esistente tra il pozzo Capitale, le gallerie di scolo, la condotta in legno e le ruote idrauliche. Le due ruote sono collegate dalla condotta in legno, descritta nell’articolo.

 

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